Storia di Macra
ORIGINE DEL NOME DEL COMUNE EPOCA DI FONDAZIONE ABITANTI A INIZIO 1900 AVVENIMENTI STORICI PRINCIPALI LA STORIA I Liguri montani. La Valle Maira, come tutte le valli cuneesi, fu abitata fin dal Neolitico da gruppi di pastori-cacciatori nomadi, i quali più tardi divennero stabili come agricoltori-allevatori. Ad essi fu dato il nome di Liguri alpini o montani e la loro presenza in quest’area, secondo alcuni, è testimoniata dall’esistenza di coppelle sulle rocce alte dell’attuale comune di Roccabruna. La civiltà celto-ligure. Verso il VII secolo a.C. giunsero nella zona popoli indoeuropei che fondendosi con gli abitanti del luogo diedero vita alla civiltà detta celto-ligure. Le têtes coupées riscontrabili in molte costruzioni della Valle Maira sono da ricollegarsi ai riti religiosi dell’epoca. Il dominio di Roma. Successivamente la valle fu conquistata dai romani, come attestano le lapidi marmoree di Elva, Marmora e Pagliero; i percorsi trasversali alle valli erano ritenuti importanti data l’agibilità dei valichi per il transito di merci. Ciò nonostante le popolazioni montane locali non furono incorporate amministrativamente all’Italia dell'impero romano. Le valli considerate un tutt’uno con la zona alpina d’oltralpe della medesima etnia, seppur sottomesse a Roma, ebbero una forma di gestione autonoma. Dai barbari ai signori. Con la crisi dell’impero romano, tutte le valli alpine videro passaggi di orde barbariche che causarono scontri e distruzioni, lasciando tracce della loro presenza nel nome di località o nell’etimo delle parole. Con l’impero di Carlo Magno e dei suoi successori si diffuse il sistema feudale, che vide il predominare di piccoli signori locali spesso in lotta fra loro. I Saraceni. Verso il 900 giunsero i Saraceni, che per circa settant’anni con le loro scorrerie saccheggiarono il territorio diffondendo ovunque terrore, morte e distruzione finché non vennero cacciati. A ricordo di ciò in Valle Maira si celebrano ancora oggi le abaias del Preit a Canosio e di Castellar a Celle di Macra. I signori di Montemale. Dopo l’espulsione dei Saraceni, il territorio di Macra entrò a far parte dei domini del signore di Montemale. Per la prima volta nei documenti compare il nome di Alma: Auricio di Montemale nel 1156 o 1175 firmava un atto di donazione “apud Alman” ai canonici di Oulx (fondatori della cappella di San Salvatore) di decime su vari generi tra cui il vino. Ciò prova l’esistenza all’epoca di un centro abitato di una certa importanza. L’età comunale. Con l’età comunale ebbe inizio un periodo di dinamismo produttivo e commerciale in tutta le valle, sia verso la pianura che verso la Francia; questo commercio risultò particolarmente redditizio e portò alla nascita di categorie diversificate di lavoratori. Terra di marchesi. Nel XII secolo l’antico comune di Alma passò prima sotto il marchesato di Bonifacio di Busca e poi, con Dronero ed altri comuni, fu ceduta al Marchese di Saluzzo. Furono anni fiorenti e di benessere. Sorsero ovunque case signorili; le chiese e le cappelle furono affrescate da pittori di vaglia; crebbe la popolazione, progredirono agricoltura, artigianato ed allevamento. A Macra vennero affrescate la cappella di San Salvatore e quella di San Pietro. Gli Statuti della Valle Maira. Nel periodo marchionale le comunità di valle ottennero il diritto di mantenere le proprie consuetudini: sulla base di questi “bonos mores et consuetudines”, più tardi, vennero composti gli Statuti della Valle Maira: un complesso di leggi che permettevano una forma di autogoverno e autonomia rispetto al potere signorile. Tra il Cinquecento e il Seicento. Nel Cinquecento in Valle Maira si diffuse il calvinismo. Col tramonto del marchesato di Saluzzo, nel 1601 il territorio passò sotto i Savoia. Questi lasciarono la zona di Alma in feudo all’auditore Gioia di Asti con il titolo di conte (1613). Terra di Conti. Nel Seicento-Settecentoeserciti vari percorsero la valle e vi si scontrarono; all’epoca risale la “via dei cannoni” che univa le valli Varaita-Maira-Grana-Stura. A metà del Settecento Alma fu feudo delle famiglie Ponte e Porporato (residenti a Torino) aventi titolo di conte, mentre Albaretto fu feudo della famiglia Ponte-Falcombello (residente a Perpignano), anch’essa col titolo di conte. L’Ottocento. Nella prima metà dell’Ottocento non si registrano per Macra avvenimenti di particolare rilievo , ma la crisi economica e la conseguente necessità di emigrare portarono molte famiglie lontano dalla loro terra; quanti rimasero si dedicarono all’allevamento, all’agricoltura e ad altri mestieri necessari alla sopravvivenza. Dall’Unità d’Italia al Novecento. Con l’Unità d’Italia la Valle Maira ebbe una certa ripresa economica, anche per la nascita di manifatture nell’area di fondovalle; vi si diffuse la bachicoltura e l’industria della seta che impiegava la mano d’opera locale; a Dronero giunse la ferrovia grazie all’interessamento di Giovanni Giolitti, lo statista la cui famiglia era originaria della valle. I conflitti mondiali. Purtroppo la prima e la seconda guerra mondiale con la Resistenza portarono ovunque, ed anche a Macra, devastazione e morte: molti giovani sotto le armi non fecero più ritorno. Dopo l’ultimo conflitto mondiale in valle vi fu un forte esodo verso le fabbriche della pianura e molta gente emigrò anche verso stati esteri. |
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